Un vertice nelle stanze del Palazzo di giustizia segna l'avvio di una collaborazione fra la Procura e il governo regionale. Al setaccio bandi, procedure, assegnazioni di fondi, stipendi, mancati pagamenti e forniture di materiali. E il Dipartimento chiede ai dipendenti di svelare i propri interessi nel settore.
Gli inspiegabili” ritardi nei pagamenti degli stipendi, il mancato avvio di molti corsi, le spese “gonfiate” per gli affitti e i materiali, la distrazione dei fondi europei, le procedure sull'utilizzo delle somme anticipate e in molti casi la mancanza di concorrenza.
C'è tutto questo nel calderone delle inchieste sulla Formazione avviate dalla Procura della Repubblica. E di questo si è discusso nel corso del vertice di mercoledì al Palazzo di giustizia di Palermo. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, i sostituti Sergio De Montis e Alessandro Picchi, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l'assessore Nelli Scilabra e due componenti dell suo staff: tutti insieme in una stanza al secondo piano della Procura per affrontare i nodi del “sistema Formazione”. Un sistema che i nuovi vertici del governo regionale hanno deciso di cambiare. Da qui l'incontro con i magistrati che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione. Il vertice nelle stanze del Palazzo di giustizia segna l'avvio di una collaborazione fra la Procura e il governo regionale.
Le inchieste aperte sono più di una e vedono già coinvolte una ventina di persone. Si va dalla distrazione di somme ai mancati controlli sulla spesa dei contributi europei, agli stipendi gonfiati facendo risultare centinaia di ore di straordinario mai fatto. Tra il 2008 e il 2009 in molti casi molti dipendenti avrebbero sforato, e di gran lunga, le normali ore di servizio. A questo si aggiungono gli interessi che molti dipendenti regionali, fra dirigenti e funzionari, avrebbero nel settore della Formazione. Parenti che gestiscono enti e altri assunti nelle file di formatori e amministrativi. Stamattina sul tavolo del dirigente del Dipartimento della Formazione, Anna Rosa Corsello, si inizierà a fare la conta delle autocertificazioni. È stato chiesto, infatti, ai dipendenti di dichiarare eventuali rapporti di parentela fino al quarto grado con persone che lavorano nel settore. Finora avrebbero risposto in pochi. Su questo fronte è stata annunciata tolleranza zero.
Nel frattempo Crocetta e la Scilabra vogliono dare il loro contributo alle indagini della magistratura. In appena due mesi dal loro insediamento hanno registrato diverse situazioni anomale che sono state segnalate agli investigatori nel primo di una serie di incontri. Per vedere i primi esiti investigativi non dovrebbe trascorrere molto tempo. Non è escluso che le indagini della magistratura serviranno anche a offrire i chiarimenti chiesti alla Regione dall'Ue che a metà dicembre ha inviato in Sicilia una pattuglia di ispettori. Partendo da alcuni esposti ci si concentra su bandi e assegnazioni che vengono passati al setaccio. In tanti avrebbero approfittato della manica larga della Formazione professionale. Dubbi ci sarebbero anche sulla predisposizione di alcuni bandi e l'espletamento delle gare i cui esiti destano più di un sospetto.
E non è tutto. Gli ispettori europei, infatti, avrebbero puntato i riflettori sulla concentrazione dei finanziamenti in favore di singoli enti, senza lasciare spazio all'ingresso di nuovi concorrenti.
C'è tutto questo nel calderone delle inchieste sulla Formazione avviate dalla Procura della Repubblica. E di questo si è discusso nel corso del vertice di mercoledì al Palazzo di giustizia di Palermo. Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci, i sostituti Sergio De Montis e Alessandro Picchi, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l'assessore Nelli Scilabra e due componenti dell suo staff: tutti insieme in una stanza al secondo piano della Procura per affrontare i nodi del “sistema Formazione”. Un sistema che i nuovi vertici del governo regionale hanno deciso di cambiare. Da qui l'incontro con i magistrati che si occupano dei reati contro la pubblica amministrazione. Il vertice nelle stanze del Palazzo di giustizia segna l'avvio di una collaborazione fra la Procura e il governo regionale.
Le inchieste aperte sono più di una e vedono già coinvolte una ventina di persone. Si va dalla distrazione di somme ai mancati controlli sulla spesa dei contributi europei, agli stipendi gonfiati facendo risultare centinaia di ore di straordinario mai fatto. Tra il 2008 e il 2009 in molti casi molti dipendenti avrebbero sforato, e di gran lunga, le normali ore di servizio. A questo si aggiungono gli interessi che molti dipendenti regionali, fra dirigenti e funzionari, avrebbero nel settore della Formazione. Parenti che gestiscono enti e altri assunti nelle file di formatori e amministrativi. Stamattina sul tavolo del dirigente del Dipartimento della Formazione, Anna Rosa Corsello, si inizierà a fare la conta delle autocertificazioni. È stato chiesto, infatti, ai dipendenti di dichiarare eventuali rapporti di parentela fino al quarto grado con persone che lavorano nel settore. Finora avrebbero risposto in pochi. Su questo fronte è stata annunciata tolleranza zero.
Nel frattempo Crocetta e la Scilabra vogliono dare il loro contributo alle indagini della magistratura. In appena due mesi dal loro insediamento hanno registrato diverse situazioni anomale che sono state segnalate agli investigatori nel primo di una serie di incontri. Per vedere i primi esiti investigativi non dovrebbe trascorrere molto tempo. Non è escluso che le indagini della magistratura serviranno anche a offrire i chiarimenti chiesti alla Regione dall'Ue che a metà dicembre ha inviato in Sicilia una pattuglia di ispettori. Partendo da alcuni esposti ci si concentra su bandi e assegnazioni che vengono passati al setaccio. In tanti avrebbero approfittato della manica larga della Formazione professionale. Dubbi ci sarebbero anche sulla predisposizione di alcuni bandi e l'espletamento delle gare i cui esiti destano più di un sospetto.
E non è tutto. Gli ispettori europei, infatti, avrebbero puntato i riflettori sulla concentrazione dei finanziamenti in favore di singoli enti, senza lasciare spazio all'ingresso di nuovi concorrenti.
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