Ieri a Roma migliaia di docenti siciliani hanno partecipato alla manifestazione nazionale contro i trasferimenti imposti al Nord.
La denuncia è verso i politici siciliani, che non muovono un dito per proteggere i docenti da quelle che definiscono “deportazioni” verso le cattedre del Nord. Denunciano anche l’algoritmo ministeriale che ha regolato il sistema dei trasferimenti per i neo immessi.
I docenti chiedono che le cattedre di fatto siano trasformate tutte in diritto, l’attivazione del tempo pieno al Sud, lo sdoppiamento delle classi pollaio, l’assistenza piena e continuativa degli alunni BES, DVA e DSA, chiedono inoltre l’assegnazione provvisoria su sostegno senza titolo per garantire la continuità didattica agli studenti seguiti da anni dallo stesso docente. I docenti lamentano anche le condizioni economiche difficili delle famiglia smembrate, che si ripercuotono sull’economia dell’isola in quanto gli stipendi sono quasi del tutto spesi al nord per vivere. I docenti si dichiarano pronti a fare dei corsi di riconversione sul sostegno, per prendere il titolo che gli permetterà di poter insegnare definitivamente su cattedre di fatto che occupano da anni.
Gli insegnanti chiedono un intervento dell’ARS, che possano proteggerli come hanno fatto i politici di altre regioni a statuto speciale: questi ultimi hanno posto dei paletti per impedire il depauperamento di risorse umane ed economiche. Intanto a Roma una delegazione di docenti ha incontrato l’On. Malpezzi e l’On. Fiano, a cui hanno consegnato un documento con le loro richieste, tra le quali quella dell’ indennità di trasferta e il rispetto dell’art. 16 comma 3 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, che ribadisce l’obbligo degli Stati membri di garantire l’unità e la riunificazione delle famiglie, specialmente quando sono separate per ragioni politiche ed economiche.
Palermo 13/07/2017 La segreteria regionale confintesa scuola sicilia
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