Qualcuno gli suggerisce di sdoppiare, ma lui non ne vuole sapere. In un momento di “vacche magre” come quello che stiamo vivendo sarebbe l'ideale creare ulteriori posti di lavoro. Ma il dirigente pensa di fare economia, è vero, negli ultimi tempi, la spending review ha tagliato tutto e di più, compresi i fondi d'istituto.
Ma abbattere una parete avrà anche i suoi costi. Compresa l'autorizzazione dell'ufficio tecnico, che comporterà anche enormi spese e lunghi tempi d'attesa.
A dare la notizia un gruppo di docenti del medesimo istituto professionale, alle porte di Cosenza, che hanno lanciato il loro grido di allarme poiché, quotidianamente, si vedono costretti a lavorare in uno spazio sottodimensionato.
Docenti e alunni decisi a far valere i loro diritti e si dicono pronti anche a clamorose azioni di protesta. La prof. Maria V. ci racconta il forte disagio cui sono sottoposti giornalmente allievi e insegnanti, costretti a stare entro le quattro mura, senza possibilità alcuna di potersi muovere minimamente, i banchi sono attaccati l'uno all'altro, e i ragazzi non hanno lo spazio necessario che gli consente di poter stare comodi.
Nella classe si trovano anche 3 ragazzi diversamente abili, affetti da grave patologia, ma che per fortuna ciascuno ha il proprio insegnante di sostegno, per cui il numero dei componenti della classe aumenta e, con i tre insegnanti di sostegno, più quello curriculare, in classe vivono quotidianamente 34 persone.
Nell'istituto non ci sono altre aule più grandi, parliamo di una struttura che ha oltre 30 anni,ormai vetusta, e, quindi costruita in base ai vecchi standards, dove le norme di sicurezza non sono molto rispettate. Le dimensioni degli ambienti per le scuole superiori solitamente si aggirano tra i 55 e i 60 metri. Le norme tecniche relative all’edilizia scolastica, prevedono che devono essere applicati i seguenti standard minimi di superficie: come 1,96 metri quadrati per alunno nelle scuole superiori. Qui pare che non sia stato rispettato nemmeno il programma planivolumetrico.
Senza pensare che se dovesse registrarsi una situazione di emergenza non c'è nemmeno lo spazio necessario per poter fuggire, per cui, alunni e insegnanti, finirebbero per esser schiacciati gli uni dagli altri. A questo punto entrano anche in gioco le norme igenico sanitarie.
Stando così le cose sarebbe decisamente compromessa la didattica. Qui sarebbe il caso di ricordare che il dirigente scolastico è il “datore di lavoro” che ha gli obblighi e le responsabilità per l’attuazione delle disposizioni in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».Ancora il dirigente dovrebbe ricordare che la normativa in questo caso parla chiara, difatti, laddove si registrano casi di allievi gravi il numero non deve essere superiore ai venti, altrimenti, si dovrebbe sdoppiare la classe.
Non ci si può dimenticare che la “cultura” della sicurezza, così come quella civica e formativa rivestono un ruolo importante nella formazione dell'individuo, né è da sottovalutare come l’inosservanza di norme elementari di sicurezza possano creare seri danni alla salute e alle risorse. Basta con l'economia del risparmio, dunque, sarebbe il caso di tutelare i diritti degli allievi e degli insegnanti. F.to ( prof.ssa Adele Sammarro )
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