Con la giornata di sciopero si ripristina nelle scuole il rito
dell’invito a preavvisare l’adesione allo sciopero, l’obbligo di
avvertire nella giornata dello stesso della decisione assunta entro le ore
07:30 del mattino e soprattutto l’obbligo di presentarsi in servizio
all’inizio delle lezioni /attività didattiche, a prescindere
dall’orario di servizio prefissato nella giornata.
facciamo l’elenco delle cose che non vanno.
Primo – Lo sciopero è un diritto sancito dalla Costituzione; una volta
proclamato dalle OO.SS. a livello centrale e periferico il lavoratore non
ha alcun obbligo di preavvertire nessuno: né dirigente scolastico, né la
scuola, né le famiglie degli alunni. Semmai l’obbligo di informare
l’utenza di un possibile disservizio che si può verificare nella
giornata di che trattasi, compete all’Istituzione scolastica.
Secondo – Proprio perché sciopero, e non assemblea, il lavoratore non
ha alcun obbligo di sottoscrivere per adesione preventiva foglietti emessi
dalla presidenza, che tanti collaboratori fanno girare in sala dei
professori e-o nelle classi.
Terzo – Non è affatto vero che nella giornata di sciopero il lavoratore
debba preavvertire la scuola delle sue intenzioni; se all’orario
d’ingresso rispetto alle sue ore di attività previste dal quadro orario
non è presente e non ha fatto sapere preventivamente di essere assente
e-o impedito per altra fattispecie, va considerato in sciopero.
Quarto – Non è affatto vero che nella giornata di sciopero tutti i
docenti in servizio, a prescindere del loro orario di attività didattica
della giornata, debbano presentarsi all’inizio delle lezioni a scuola e
restare colà a disposizione; fino a quando, non è dato sapere!
Quinto – Se il docente, a seguito di formale precettazione (perché di
questo si tratta!) ha l’onere di essere presente a scuola fin
dall’inizio delle attività didattiche è scontato che allo scadere
delle sue ore di lezioni fissate nella giornata, svolte o meno che siano,
deve andare via, altrimenti il dirigente scolastico deve pagargli lo
straordinario fatto. E siccome l’atto precettivo è illegittimo,
dovrebbe pagare quelle ore con i soldini suoi!
Ma di tutto questo, come detto sopra, non ne parla nessuno, forse perché
in questo clima mefitico che vive oggi il mondo della scuola, dopo tutto,
una robetta tanto misera non merita molta attenzione.Cordialmente. Prof.
Bartolo Pavone
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